Quiete e movimento, luce e ombra, interno ed esterno, natura e cultura. Attraverso un percorso fatto di icone elementari di cui ci sfugge il senso, di oggetti della visione che dilagano nello spazio come nella retina, il progetto installativo che Marco Mazzi propone al Komaba Museum di Tokyo si interroga sul significato della coppia oppositiva, sul lessico della contrapposizione e degli opposti, sul senso del lecito e dellfillecito. Composto da un dittico fotografico che registra la formazione di indistinte tracce luminose nellfoscurità e da una serie di diapositive che narrano della deflagrazione di uno specchio dfacqua colpito da un solido, il lavoro di Mazzi è installato in parte allfesterno del museo, e in parte dentro un recinto metallico ai piedi di una riproduzione autentificata a del Large Glass di Duchamp (nota come gLarge Glass, Tokyo Versionh. Ma come si combinano i pezzi di questo strano mosaico? Nato come intervento site-specific, lfinstallazione Totem and Taboo gioca con la memoria storica e lfidentità culturale del museo, con la sua struttura architettonica, ma anche con il suo ruolo sociale e istituzionale.
Nota biografica
Marco Mazzi à nato nel 1980 a Firenze. Dopo un nel 2006 il critico Sergio Risaliti realizza la prima personale dellfartista. Ha in seguito partecipato alla mostra Goodmorningbabilonia (a cura di Sergio Risaliti) presso la Galleria Marella di Beijing, e alla rassegna Fabbrica Europa. Vive e lavora fra Firenze e Tokyo.
Si ringraziano
Gian Luca Beccari, Daniela Bigi, Lorenzo Bruni, Serena De Domenicis,Pietro Gaglianof, Giulia Giovanardi, Koichi gMatronh Kido, Kenichi Kondo, Yuichi Mori, Nanae Nakagawa, Maurizio Nannucci, Antonella Nicola, Katsuya Orimo, Giovanni Ozzola, Francesca Referza, Sergio Risaliti, Mina Takahashi, Monica Zanfini.
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